L’Attesa
Teatro Bonci
A proposito di questo spettacolo
Michela Cescon porta in scena L’Attesa di Remo Binosi con due interpreti molto amate dal pubblico: Anna Foglietta e Paola Minaccioni.
Una storia di segreti e scoperte, dove i ruoli si ribaltano e i sentimenti vengono in primo piano con cambi di registro narrativo che creano dinamismo: si passa dalla commedia al dramma, dal noir fino a sfiorare la tragedia.
L’Attesa è un testo caratterizzato da temi universali: il rapporto serva-padrona, il doppio, la seduzione, la maternità, il male, la morte.
Il linguaggio è originale e sorprendente, con una naturale vis comica, paragonabile a quella dei testi di Goldoni e di Eduardo.
Il testo L’Attesa è pubblicato da «La Nave di Teseo» di Elisabetta Sgarbi (marzo 2022)
ad Angela Calicchio generosa compagna di viaggio
Note di regia:
“I personaggi sono empatici, emozionanti, veri e si prova per Rosa e Cornelia grande simpatia: soffri con loro, le ami con dolcezza, partecipi prima con una, poi con un’altra, poi con tutte e due…. L’Attesa è proprio un testo per il palcoscenico, per gli attori, pieno d’invenzioni molto riuscite. Tutto è raccontato con freschezza e con un erotismo naturale nei confronti della vita e del mondo. Alle due attrici viene richiesta un adesione fisica ai personaggi totale, e il loro stare in scena diventerà molto sensuale, non per un finto gioco di seduzione, ma per la loro immersione nel racconto; un racconto sui corpi femminili, sulla punizione per il desiderio, la punizione di essere donne, sulla maternità, sull’amicizia, sull’amore, sul piacere, sulla lealtà, sulle differenze di classe… due voci femminili che per me diventano un gran bel punto di vista, e che cercheremo di portare in scena con il nostro sguardo più personale e intimo. I temi affrontati sono universali e, pur essendo ambientato in Veneto nel ‘700, sentiamo la loro storia molto vicina. Il dramma è costruito attorno a da due donne che vengono allontanate e rinchiuse per nove mesi per nascondere una gravidanza. Si racconta una clausura, un’impossibilità ad uscire e mai, come in questi tempi del Covid, l’idea teatrale, anche semplice, di chiudere due personaggi all’interno di una stanza diventa vera, reale e sentita. La semplicità di cui parlo si riferisce alla grandezza dell’idea dell’autore, che ritrova drammaturgicamente tutto ciò che c’è di materico e forte nel teatro veneto, specialmente quello goldoniano, sapientemente mescolato ad autori amatissimi come Ingmar Bergman, Ibsen, Strindberg e anche Genet.”
Michela Cescon
Dati artistici
scene Dario Gessati
costumi Giovanna Buzzi
disegno luci Pasquale Mari
suono Piergiorgio De Luca
assistente alla regia Elvira Berarducci
produzione Teatro di Dioniso, Teatro Stabile del Veneto
in collaborazione con Fondazione Musica Per Roma, Teatro Stabile di Bolzano
ATCL Circuito Multidisciplinare del Lazio per Spazio Rossellini Polo Culturale Multidisciplinare della Regione Lazio
produzione esecutiva Teatro di Dioniso
foto di Fabio Lovino