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Foglio di sala Gianni Schicchi


PAOLO MANETTI / STEFANO VIZIOLI / CONSERVATORIO BRUNO MADERNA
Gianni Schicchi
Opera comica in un atto di Giacomo Puccini, su libretto di Giovacchino Forzano

Sabato 7 ottobre – ore 20.30

durata: 50’ senza intervallo

Gianni Schicchi
musica di Giacomo Puccini

Orchestra del Conservatorio Bruno Maderna
diretta da Paolo Manetti

Laboratorio lirico del Conservatorio Bruno Maderna
in collaborazione con Accademia di Belle Arti di Bologna e Conservatorio Lèttimi di Rimini

regia Stefano Vizioli

assistente alla regia e direttore di palcoscenico Roberta Xella

docenti di Canto Alda Caiello, Valeria Esposito

progetto e allestimento scenico a cura di Scenicamente – allievi del biennio specialistico Scuola di Scenografia indirizzo Teatro d’Opera e Spettacolo Musicale (Accademia di Belle Arti di Bologna) coordinamento allestimento scenico Marcello Morresi (scenografia), Vittoria Papaleo (costumi)

scena Margherita Tosato
disegno luci Fiammetta Baldiserri
costumi Salvatore Cortese

PERSONAGGI E INTERPRETI

Gianni Schicchi, baritono Sundet Baigozhin
Lauretta, soprano Fatma Caka
Zita detta “La Vecchia”, contralto Sara Ceccaroni
Rinuccio, tenore Guo Haiyang
Gherardo, tenore Giovanni Petrini
Nella, soprano Caterina Morigi
Gherardino, soprano Elena Bertozzi
Betto, basso Selim Gulder
Simone, basso Wang Zheng
Marco, baritono Andrea Jin Chen
La Ciesca, soprano Ada Piatti
Maestro Spinelloccio, basso Roberto Gentili
Messer Amantio di Nicolao, basso Roberto Gentili
Pinellino, basso Mohan Li
Guccio, basso Lorenzo Rossi
Buoso Donati 
Yuntao Tan

ORCHESTRA DEL CONSERVATORIO “BRUNO MADERNA”

Violini primi Paolo Chiavacci, Chiara Bizzarri, Umberto Frisoni, Francesco Giovannini, Chiara Guida, Ludovico Mealli, Luci Pacini, Isacco Pagliarani,    Arianna Pasoli
Violini secondi Chiara Arcidiacono, Michelangiolo Chiavacci, Valentina Albiani, Giulia Franceschini, Marco Nerenti, Nicóle Vitale, Costanza Zappalà
Viole
Caterina Bernocco, Novella Bianchi, Antonio Gioia, Gianluca Saggini, Silvia Vannucci
Violoncelli
Alessandra Cefaliello, Giada Moretti, Amerigo Spano, Mario Strinati, Vincenzo Taroni
Contrabbassi
Mattia Previati, Greta Battisti, Damiano Silvagni
Flauti Paolo Pasciucco, Taynà Tacyane Aparecida Trigo
Ottavino
Paolo Pasciucco
Oboe Lucia Fiorio, Gianluca Tassinari
Corni
Federico Brandimarti, Claudio Catalini
Clarinetti Emiljano Lekaj, Gerardo Urban
Fagotto Javier Adrian Gonzales
Trombe Marco Tampieri, Elisa Valgimigli
Trombone Emanuele Casadei
Arpa Stefania Betti
Percussioni Antonio Bianchi, Giorgia Nina, Kelvin Oluwada Milare Obuneme Olaiya
Celesta Megumi Horie

Trama

Siamo a Firenze nel 1299. A casa Donati si piange Buoso, morto da poche ore, quando ai parenti riuniti al capezzale giunge notizia che il defunto avrebbe lasciato tutti i suoi beni ai frati. Si apre così la caccia al testamento che viene ritrovato in casa dal giovane Rinuccio e che purtroppo conferma ogni cosa. Rinuccio, innamorato di Lauretta, propone di rivolgersi al padre di lei, Gianni Schicchi, un villano, sì, ma noto per la sua furbizia. Inizialmente riluttante, Schicchi viene convinto dalle suppliche della figlia e propone ai parenti uno stratagemma: si sostituirà lui al cadavere e detterà al notaio un nuovo testamento, sfidando la legge che colpisce questo tipo di frodi col taglio della mano e l’esilio. I parenti accettano e aiutano Schicchi a travestirsi da Buoso. Arrivato il notaio, Schicchi, beffandosi dei tentativi di corromperlo da parte dei parenti per assicurarsi la parte più cospicua dell’eredità, riserva per sé i beni più preziosi, compresa la casa in cui si trovano; i parenti attoniti, complici a loro volta dell’imbroglio, non osano opporsi.  Finito di dettare il testamento e partito il notaio, il nuovo padrone di casa scaccia tutti, poi, mostrando compiaciuto Lauretta e Rinuccio che amoreggiano, si rivolge al pubblico chiedendo l’attenuante per la colpa che gli è costata la dannazione eterna nell’inferno Dantesco.

Note di regia

Gianni Schicchi è un’opera corale, dove la vera forza è basata sulla presenza scenica fissa dei parenti, una vera idra a nove teste. Adotto la tecnica registica che adopero per il Rossini comico, dove a vincere è il gioco di squadra in un sorvegliatissimo equilibrio di atteggiamenti e senso dello spazio atti a creare una autentica partitura gestuale. I ruoli di Schicchi, Rinuccio e Lauretta sono fondamentali e l’amore fra i due giovani ha, a suo modo, una propria dignità teatrale e musicale, ma la perfezione del testo è data dalla spietata critica al mondo gretto, spilorcio, sordido della middle class commerciante e avida di questi “maledetti toscani”. Il “comico” ha i colori sinistri e grotteschi dell’irrisione della morte: Gianni si sostituisce a un cadavere, si infila in un letto ancora caldo ed indossa le vesti del morto, ne imita la voce e si impossessa dei suoi beni. La comicità ha un sapore cinico, acre, solforoso. L’ambiente sarà contemporaneo in una Firenze immersa un clima da commedia all’italiana tipo “Signori e Signore” di Germi o “il Boom” con Alberto Sordi. Avidità e spasmodico senso del possesso non hanno connotazioni temporali particolari: il Medio Evo di Schicchi è un pretesto e “parenti-serpenti” così si trovano ovunque in tutti i paesi e in tutte le epoche. Lavorare con gli studenti del dipartimento di canto lirico del Conservatorio Maderna di Cesena è una sfida ed un’impresa esaltante al tempo stesso, trasformare giovani debuttanti in cantanti-attori, è per me una grande responsabilità. Il lavoro di squadra non sarebbe stato possibile senza l’eccellente collaborazione con il maestro Manetti, con la classe di accompagnamento e con il dipartimento di canto del Maderna. Un grazie fortissimo per il prezioso contributo di Marcello Morresi e della classe di scenografia dell’Accademia di Belle Arti di Bologna che da subito ha abbracciato il progetto pucciniano.


Paolo Manetti è diplomato in Composizione, Direzione d’orchestra, Musica corale e Direzione di coro, ha diretto diverse compagini di rilievo come l’Orchestra Accademia I Filarmonici, I Virtuosi Italiani, l’Orchestra da camera di Mosca, l’Orchestre des Jeunes de la Mediterranée, l’Orchestra dell’Emilia Romagna “A. Toscanini”. Ha collaborato con solisti importanti fra cui Enrico Dindo, Daniel Chorzempa, Rocco Filippini, Franco Maggio Ormezowski, Ramin Barahmi, Luisa Prandina, Raffaele Trevisani, John Olaf Laneri, Francesco Manara. È docente del Conservatorio Bruno Maderna.

Stefano Vizioli è regista teatrale specializzato nel teatro d’opera. Ha debuttato nel 1979 con L’impresario delle Canarie di Domenico Sarro al Festival di Opera Barga, e da allora ha messo in scena oltre 50 produzioni nei più prestigiosi Teatri di tutto il mondo collaborando con prestigiosi direttori d’orchestra quali Riccardo Muti, Claudio Abbado, Vladimir Jurovskij, Ottavio Dantone, e molti altri. Vasta anche l’attività didattica in prestigiosi atenei in Italia e all’estero. Ha collaborato con artisti contemporanei quali Ugo Nespolo, Gianni Dessì, Renato Guttuso e Luigi Veronesi. Dal 2017 al 2020 è stato direttore artistico del Teatro Verdi di Pisa. Attualmente è docente di Teoria e Tecnica dell’Interpretazione Scenica presso il Conservatorio “Bruno Maderna” di Cesena.